LETTERA
MEDICA
DIRETTA
ALV ILLUSTRISS. SIC. DOTTORE
GIUSEPPE BERTINI
DAL DOTTORE
GAETANO PASQUALI
LIVORNESE-
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:
IN FIRENZE L'Anno Moccxtit;
Nella nuova Stamperia ài Gio: Paolo Giovannelli all'Io*
legna della Palm \ , falla Piazza di S. Elisabetta.
CON LICENZA DB SUPERIORI. ~~
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ILLUSTRISSIMO SIGNORE.
Entrc io penfava di teffcrc una^
difiertazione contro l'orrore , che
regna nel Popolo, per cui nega Pa»
pcrtura de* cadaveri de* fuoi con.
giunti , come già aveva io parteci-
pato a VS. Illustrissima , ed a_»
quell'effetto richiedile alcuni de'
molti libri della Tua ricca Biblio-
teca ; mi fi prefenta un cafo affai
particolare , nel quale , per altro
il buon fenfo del Fratello del de.
funto mi ha permeflb , per mio Audio , la dilezione Ana-
tomica .
Ed in fatti da limili dilezioni è (lata molto avan-
zata la cognizione dell' economia del Corpo Umano ri*
trovati/1 molti ufi delle parti noftre componenti P intera.»
macchina per mezzo dell' efame degli (concerti , e irre-
golarità morbofe. Laonde i viventi poflòno promettere non
falfi vantaggi da tale Audio , mentre P iftoria de' mali
illuftrata dalle feopcrte Anatomiche ci affi cura del certo
regolamento per deviare da quei precipizi , ne' quali entra-
ti una volta, non vi è argomento nell'arte umana, per cui
da effi ci pofliamd ritirare . • *
11 vantaggio per altro più confiderabile , fecondo il
mio parere , a prò del Pubblico farebbe il licuro rifeon-
A 3 tro,
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6 Lettera Medica
tro , che darebbero i Profcflbri della perfetta intelligenza
della macchina umana , allor quando , prima della dif- •
fezione , pronunziando , quali parti oftéfe dovrebbonfi ritro-
vare , e per qual lefione , ed oracolo fotte interamente in
quella tal macchina cettato il moto , la qual femplice idea
con tanto apparato, e ftrepito fi ch/tami (Morte^ \I1 Pubbli-
co , fenza quetta prova , è incapace di riconofeerc per f<L>
fletto P interno valore de* Profettori dell'arte noftra refi an-
dò unicamente abbagliato o dall' edema canutezza, o dal-
l' addobbo fenile , o dalla inftancabile ciarla creduta fubli-
me , perchè vota di fenfo .
Adunque que* Profettori , i quali rendettero buon conto
delle legai , c delle caufe , c degli effetti dell'economia per-
turbata, lo che dicefi malattia, avrebbero giufto jus di pre-
tendere di eflcre giudicati migliori di quei tali , i quali o
sfuggiflero , O condannaflero ( feguitando in ciò I" illuflre-»
efempio del celebre Dottore Giufeppe del Papa ) fimiLé uti-
liflìma coftumanza , o sforzati ad ufarla non predtcefiero
le feoperte, o fi ritrovattero contrarie alle p^edettgf .
Ben mi fovviene , che fono in circa fei ann? feorfi ,
da che VS. Ilustrissima mi onorò di condurmi alla Chiefa
di $. Stefano , ove il Sig. Ganocchi Chirurgo aprì il cada-
vere , pare a me, d'un Calzolaio, a -cui- nel corfo del fuo
male avevano affittito , non fo quali Profettori , che per
non aver bene intelaia perturbazione dell'economiche leggi
animali, contrattando fra loro, 1' avevano mal curato. Ma
fubito che Ella fopraggiunfe a vi fi cario, lo riconobbe incu-
rabile , e con tal certezza ed evidenza , che prima del ta-
glio , mi accennò efattamente tutto quello , che in verità
fi fe manifefto dal coltello anatomico . E fra le altre fue
predizioni mi forprefe P impegnarti* Ella, che nelP uretere
finiftro, pare a me , pure o deftro, o finiftro che ci fotte,
in quello, in cui Ella il fuppofe, fi ritrovò il calcolo da_»
Lei predetto; oltre agli altri in ambedue i reni predetti,
e ritrovati ficuramente .
A Lei dunque indirizzo quetta mia lettera , e per la
fua Angolare perizia nelP arte noftra , e per la Aia partico-
lare follccitudinc in raccorrc le mediche oflcrvazioni fpct-
tanti
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Del Dott. Gaetano Pasquali. , ? 4?
tanti alle malattie più comuni di quello clima : lavorò ben
degno di premio dal fuprcmo comando, importando troppo
alla confervazione de* ludditi fimile Audio , il maggior nu-
mero de* quali fa la ricchezza , e la potenza d* un Sovra-
no, e finalmente perchè Ella fu tellimone della grave acu-
t; ili ma malattia , e del mio funeflo, e ragionato pronoftico.
Pertanto , fc VS. Illustrissima vuole , che abbia luogo
quefta mia narrazione fra V efatte o Nervazioni , che Ella
ha raccolto e raccoglie , con penna maeftra la riduca degna
di cotefto luogo , e fi rammenti , che fin da' miei primi liu-
ti j pratici la venerai, come Macftro , in quello Arcifpedale
di o. M. Nuova, bcdchè Ella folle allor molto giovane . Ma
ficcomc venendo io raccomandato alla degniffima Perfona»»
del fu Sig. Anton Francefco fuo Padre , e intervenendo re-
golarmente alle fàviflime lezioni pratiche del medefimo ,
ritrovai in Lei puntuale , e bene adattata a* cafi particola-
ri negli infermi dello Spedale e la dottrina delle predette
lezioni , e la dottrina communicatami ne' quotidiani , Ci*
famigliari colloquj del fu celebratif&mo Sig. Dottore Tom-
mafo Puccini, con la quale combinavano e gì* infegnamenti
domeftici del mio già carimmo Genitore , e. quanto appi elb
aveva da uno degli ultimi fcolari del fempre venerabile Frao-
cefeo Redi , cioè dal celebre Dottore Marcellino Icìicr già
Medico della Sanità di Livorno ( alla di coi perizia deve la .
Tofcana l'cflTcr reflata illefa da quella Pcfte , da cui fu arfa-.
la Provenza , mentre era (tato rifoluto in Firenze , fe non fi
opponeva V lcìier coraggiofamentc , l* ammetterli V infetta
nave fecondo il configlio dell' Archiatro Empelefe , di cui
combinando il ricco teilamento con le fue ilampe , fi vede^»
Juanta forza abbia la medica impofiura anche fopra gente
piritofa,c di fenno) perciò non con altri conti no vai gli ftu-
dj pratici , che con VS. Illustrissima ritrovando negli altri
una certa burbànza , e medica ciarlatanerìa , dalla quale è
troppo alieno l'animo mio .
Ma venghiamo oramai al racconto dell' impetuofiffima^
malattia con le oiTervazioni anatomiche infieme combinate ,
deducendone a pubblica utilità alcuni corollari , i quali cre-
derò giuflamentc dedotti , fc mi faranno da Lei approvati.
A 4 Mar-
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8 Lettera Medica
Marco Faini d'anni 3$. ne* 34. la fera del 1$. d'Aprile
1744. , dopo aver lietamente merendato con la Aia moglie #
verfo le ore 24. fi fentì incomodato da una debole fenfazione
di freddo ; tanto che non potè per allora diftinguerc , fe fotte
per febbre fopraggiunta , o pure pel rigore della corrente (ra-
gione . Esperò vero , che dal caldo manifeftatofeli , entrato
in letto, fi riconobbe febbricitante. Verfo le 4. della notte*
fi addormentò ; quando a un tratto (e nonfeppe dirne l'ora)
fvegliatofi per un* infaufto fogno , in cui gli era apparfo ve*
dere tutta la fua cafa battuta da una tempefta di fulmi-
ni , e tutta la fua famiglia arfa ed cftinta , e prefo dal
terrore fi dibattè con orridi tremori per tutto *1 corpo;
onde non fulli permetto dopo di riprendere l' infaufto inter-
rotto ri pofo.
La mattina 14. detto verfo le ore 1 5. chiamato io
dalla fua moglie a vifitarlo dopo avere afcoltato l'accenna-
to racconto, e udita dall'infermo la relazione degli acerbi
dolori in tutta la regione lombare , ed offervato il corto , ed
affannofo refpiro , ritrovai il polfo affai veemente , uguale»»
per altro , e robufto con qualchè tenfionc nell'arteria : tanto
che Io giudicai attaccato da un' male infiammatorio , temen-
do particolarmente de* polmoni , e de' reni . Pertanto gli
ordinai una miffionc di fangue di nove in dieci once , la tota-
le attinenza dal cibo, e copiofe , e frequenti bevute , ed ury
lavativo d'acqua d'orzo, e olio di viole gialle, avendo ri-
guardo a qualchè principio di dolore verfo il baffo dell'ad-
dome : dipoi richiefte le orine della notte mi fu rifpofto ,
efferc ftate gettate fenza averle offervate , ed efferne la_»
quantità un pieno orinale . Il dopo pranzo , poco avanti le
ore 2i. , mi portai a farli la feconda vi (ita; quando, prima
di paffare in camera del malato , reftai forprefo in vedere i
due bicchieri del fangue effere ciafeuno per i due terzi fupe-
riori ripieno di una materia del color del latte , e '1 ter-
zo rimanente nel fondo effere un fangue affai nero ; e di
pia travafatone un bicchiere , feoperfi quel nero fangue.»
effere totalmente fciolto , e sfibrato fenza verun principio
di coagulo. In fomma nel piatto fembrava materia fuppu-
rata, efeita dal taglio di un qualchè tumore.
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Del Dott. Gaetano Pasquali. 9
Affai fòfpefo, c imbarazzato nel mio penfiero per quello
efame pattai nella camera dell'infermo, e lenza far gran.*
parole mi gettai al poi fo . Allora fu che io mi perii totalmen-
te per l'eftrema mutazione, che ci riconobbi, ritrovando*
lo un polfo da moribondo con tutte quelle peflime differenze,
che tale lo coftituifeono. Paffai ad offervare la lingua, e que-
fta era afeiutta ,nera , ed afpra non ottante la copia grande.*
dell'umido bevuto, il quale per altro non era trapalato nel
fangue, avendolo per vomito rigettato tale quale . Intefi ave-
re il lavativo cagionato una copiofilfima moffa , ed efferc ve»
nuta quantità di mucco , della quale era folito renderne
fpeflb , quando lo incomodavano , come appunto era il ca-
fo , le emorroidi . I dolori lombari erano , come egli diceva ,
difeefi fino al pettignone , a fegno che trovava!! acerba»
mente incomodato dagli inutili itimoli dell'orina, della_*
quale , dopo quella della notte antecedente , nè pure una
ftilla ne aveva refa.
Raccoltomi in me fteffo , c riflettendo all'impeto efor-
bitantc , col quale a momenti fi avanzava qucfiV orrida ma-
lattia , riconofeendo fegni d'infiammazione in molte altre
parti oltre alle fofpette fin dalla prima vifita , ruppi il
mio filenzio con eftremo. ed acerbo cordoglio e dell' infer-
mo , e della moglie . Ma il tempo era prcziofo ; perchè
troppo lo conofeevo dovere efler corto. Voglio dunque ,
dilfi , che mi accordiate due cofe : la prima , che pronta-
mente vi confeffiate ; la feconda , che innanzi notte chia-
miate un'altro Profe/fore , col quale io pofTa diligentemen-
te efaminare una malattia , la quale , fenza lufingarvi , che
la lufiuga in quefti momenti farebbe difonefta cofa , corre
troppo velocemente al precipizio . A quefto non fognato
fulmine reftò da prima attonita la moglie , prorompendo
dopo in amare lagrime. Ma l'infermo, benché femifle gli
acatiffi.Tii dolori , rifpofc intrepido , che , fe io gli ordinarti
una feconda miffione di fangue , ne farebbe guarito ; per-
chè non era quel gran male , che io mi figurava . Repli-
cai non cflervi luogo a nuove miflìoni di (angue; che di-
ceffe liberamente qual altro Profelfore voleva, e appreflb
fi preparali a confcfTarfi .
Ve-
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io Lettera Medica
Vedendomi rifoluto nel mio proposto , incerto a chi
ricorrere ( poiché le fuc malattie finora non erano fiate ,
che ercfiple , nella cura delle quali fi era fcrvito (blamen-
te del chirurgo ) lafciò a me la libertà di condurglielo a
mia fodisfazione. Allora fog|iunfe la moglie , che ne ave-
rebbe avvifato il Reverendo Sacerdote Sia. Antonio Miche-
li già Tuo tutore , e fi farebbe regolata fecondo il Tuo con-
figlio. Ond'io inflando , che '1 facetie chiamar fubito, e che
gli palefafTe il mio ordine della Confezione , promettendo
che intorno le 14. farei ritornato , mi partii , dopo aver
prefcmto alcune fornente al bafTo ventre. Ma ficcome non
fu trovato il detto Rev. Sacerdote , al mio ritorno non.»
fi era adempita veruna delle mie richiede ; ficchè inviai
il mio fervitore a pregare VS. Illustrissima da me appun.
to davanti la cafa dell' infermo feparatafi , a ritornare»
indietro per far confulto.
Intanto , ficcome non vi era vifeere , che non deflV^»
fegno d'infiammazione non efiendofi vitto , che qualche
fottiliffima , e doloroftffima fiilla d'orina , fuggerii all'in-
férmo di far cercare il Sig. Antonio Benevoli , per esami-
nare inficine , fe convenire il firingarlo. Giunfe in quefto
mentre VS. Illustrissima , e appena veduto il fangue doman-
dò , fe aveva avuto delle convulfioni , e de' tremiti ,
fulli rifpofto , che sì dopo il narrato funeftuTimo fogno .
Ella oflervò attentamente il malato : dopo la mia relazio-
ne richiefelo , fe pativa di emorroidi per ifchiarire le an-
gurie della vellica , e fu rifpofto , che ne pativa attual-
mente ; onde convenne , che fi chiamafTe il Sig. Antonio
per tentare , fe , ellratta l'orina , fi fofTero mitigati i do-
lori , e ne migliorante il polfo , e così fi prenJeffc tempo ,
e refpiro per giovare al graviffimo infermo. Non potè
confolarci fubito il Signor Benevoli; onde ci partimmo,
afficurando io tutti , che prima di ritornarmene a cafa fa-
rei pattato per intender le nuove di quefla propofta opc-
razione .
Verfo le quattro dunque della notte trovai le orine
efiratte dal peritiflimo Profeflòre cflere intorno a cinque
in fei once , quantità infufficiente a rifvcgharc quegli ar-
den-
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Del Dott. Gaetano Pasquali- ii V?
dentilfimi dolori fofierti ; onde doverli conftituire V infiam-
mazione nelle parti feparanti , non già nel recipiente , fic-
come aveva io dubitato nella prima vifita. Intanto man-
cando Tempre più il polfo , lafciai il Paroco in libertà di
munirlo prontamente co' Santi Sacramenti, da cui intefi,
che, dopo aver continovamente tribolato per gli eltremi
dolori , e per una moleltiffima fenfazione di caldo , la qua-
le fentivafi egli fai ire verfo il petto , intorno le Tei della
notte parve alquanto quietarli , e torto fi fciolfe uiu
copiofiflimo fudore . Finalmente nell' avvicinarli le fette ,
dando gli ultimi fegni di vita , vigilando il favilfimo Pa-
roco con Jc confuete preci , dopo eflerfi irapetuofamcntt-»
inarcato tutto , fpirò.
Non era conveniente il tralafciare Telarne anatomi-
co di un cafo cotanto precipitofo. Laonde ottenutane Ia_»
permiffione dal fuo Fratello , e la licenza dal Superiore Ec-
clefiaftico , verfo le ore zi. ci ritrovammo in Canonica di
Duomo VS. Illustrissima, ed io infieme col Signor Dottore
Sacconi dotto Medico , e con i Signori Dottori AlfircIIi ,
e Vannucchi Medici alianti nello Spedale di Santa Maria
Nuova. 11 Signor Nili Diflettore Softituto dell' U ni verfità
Pifana fu quelli , che ci favorì di aprire il cadavere . Vi
aflìfterono anche il nominato Rev. Sacerdote Sig. Antonio
Micheli , e il Rev. Sig. Giufcppc Formigli fecondo Curato
del Duomo.
Si rivolfe il noftro efame folamente alle due cavità
media , ed infima , giacché nella prima non vi era Ibfpet-
to di alcuna offefa , elTendoli confervato 6no agli ultimi mo-
menti della fua vita in tutta l'intera cognizione. E fi tra-
l.i (ciò cotefto elame anche per elTere il luogo molto di fa da r-
to , e di pelli ma aria , e pel riguardo dovuto all'efpertilfi-
no Direttore , il quale era troppo dirotto ne' fianchi per
aver dovuto operare alTai ben curvo fopra una bara , non
vi eflendo altro commodo.
Adunque , aperto il torace , fi feorfe la pleura infiam-
mata , e più, di elTa il medialttno.
I polmoni lo erano interamente.
Nel pericardio fi raccoglieva pochjflima quantità d* umido .
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ii Lettera Medica
Il Cuore era piccolo, ed i fuoi lacerti affai deboli , e flac-
cidi .
Nel baffo ventre fi vidde la parte fuperiore del ventrico.
lo -internamente infiammata , fi eco me lo era anche l'orifizio
deftro, detto il Piloro; e queftu infiammagione ftendevaft
per tutto il tratto del Duodeno .
Parimente era infiammata la parte finiftra del Colon.»
fotto la milza verfo il mufcolo Pfoas , o fleffore del Femo-
re; così anche la membrana cellulofa nella parte finiftra, di-
manierachè nell'attaccatura dell'omento col detto Intcftino
Colon , e più verfo l'accennata parte finiftra vi era grande.»
infiammazione , ficcome nell* eftremità del detto omento
verfo la veffica .
Di poi i vafi del Mefocolon , i quali fi portano verfo P
in te fimo cieco , fi viddero affai pieni di fangue , e nella ft efta
parte vi era anche uno ftagnamento di linfa .
La milza era affai turgida di fangue .
Il Fegato era di una mole preternaturale, pefando lib-
bre io. e mezzo interamente di color giallognolo , e interna-
mente, come dicefi , panicato .
La Cifti fellea era piena di bile nera .
1 Reni fi trovarono affai infiammati ancor efli , partìco-
larmemeil finiftro, il quale era anche maggior del deftro. Dalla
parte fuperiore del finiftro ufcì della marcia , ficcome anche_»
nel deftro vi erano varie fuppurazioni , e fotto di effo nella.*
membrana cellulofa fi fcoprl una congerie d'acqua contenu-
ta nello fpazio di quattro dita trafverfc , ed il fuo uretere»» ,
ancor* eflò infiammato .
Finalmente tra '1 mufcolo retto, e la linea alba, ed an-
che fra '1 Peritoneo fi ritrovò della materia faniofa fciolta ,
di cui maggior copia era intorno '1 collo della veffica , la_»
quale era piccoliffima .
Per potere adeffo fpiegare le caufe di tante mortali , c_»
precipitofe infiammazioni , è neceffario faperfi , che il detto
infermo , fino da fuoi primi anni , fu dedito allo fmoderato
ufo delle bevande fpiritoiè , cioè Acqua vite , c Rofolio ,
tantoché in quefti ultimi tempi ( e dicefi , che fi foffe rifor-
mato ) prendeva ogni giorno per una lira, due paoli , c_>
venti crazie di rofolio. E'ccr-
Del Dott. Gaetano Pasquali. ij •
certo efler noto a VS; Illustrissima meglio che a ine ,
l'attività 4i fimile abufo fopra '1 noftro corpo , ond'io nel-
la continovazione del mio ragionare intendo di favellare a
coloro , a' quali giudicherà Ella di far leggere quefta mia_»
Lettera; fe per altro coli* ingenuità della noftra amicizia
la riconofeerà meritevole d* cflère ad altri comunicata.
Adunque è manifefto a ciafeuno effere il corpo d'ogni
animale comporto , e telTuto di fibre , le quali formando
divertì recipienti di figura conica , o cilindrica , conten-
gono liquori di diverfa natura . Ed è anche cognito le mini-
me parti componenti i folidi fbrmarfi da' liquidi per varie
ignote leggi meccaniche , e d'attrazione , mentre per quella
forza , che vita addomandafi , dalle dette leggi rifultantc-»
inficine applicando/i , e connettendoli le particelle de' liquidi
le intere folide fibre coftituifeono . La diverfa teflìtura di
quefte fibre per la diveria forza de* contatti de' loro minimi
componenti forgendo dalla maggiore, o minor copia d'u.
mido , da cui fono bagnate ed unte , produce la diverfa tem-
peratura de' folidi del corpo dell'animale favorevole , o con*
traria alle leggi della fauità, e della continovazione della.»
vita .
Ciò premetto, dico, che Io fpirito di vino crefee la coe-
renza (,) delle noftrc fibre, e le fa rigide, e mentre una me-
diocre elfi ccazione le avvalora, e: rende più robufte , per una
maggiore afeiuttezza s'irrigidifeono, e divengono fragili (t > .
Rivide fi« addo mandano quelle fibre { 3> , le quali non_i
ponno allungarti" , o piegarli , e fragili quelle , le quali al-
la mutazione de' loro contatti è necciTario , che intera-
mente fi fcioIgana.Y;\ 1 u . . ; '> .1* •; ' ri*
la quefte accennate difpoflzioni è neceflario, che cadano
le fibre, quando per« qualunque- caufa-^è^dilCpato^ e fciolco
uell'umidai, HI. quale era il vincolo della loro coerenza . Lr
ccicà dunque dJ da' folidi è la cagione della rigidità /è della
debolezza , :e fragilità de'mcdelimi . «Fra le caufe inducenci
? , : " . !-u::ì -.U:n (muze ui**\ . ?• v lì »..; . i % i -Ufy
t * •• »'- ' U:ì si'.::- ': 9Ì o i ! ?«::; «i :) jì.W r • '"P
I. de firmai um pantani ncxu (i. it. I Boerah. Aph. de cogn & cut- mot. §. Jlt
» Gctardi v*n Swiccea in Colimi, f 4 De Gorther T«. J,
»ph. Bocran. aph. 3*. ( j Id, Tr. ij. *»* '
■4 Lettera Medica
la Cecità ne' folidi pone il De Gorther Cl) in quarto luogo quel
lentore , per cui gli umori fono atti a infiammarli, prodotto
dalla febbre, dal moto , dall' abufo degli aromi , e umili ca*
lidi {limolanti , e dallo fpirito di vino .
PremefTe quefte dottrine ben s'intende tutta la forza , c
impeto del furiofo male , di cui favello . La difpofizione ad
infiammarfi gli umori già fi era, per quanto intefi, manife-
sta più volte con diverfi attacchi d'Erefipde, per i quali
il chirurgo aveva procurato d' indurlo a lafciar totalmente le
bevande fpiritofe, ma invano . Già le fibre dall'abufo di co-
tefle bevande erano irrigidite ; onde per quella difpofizione-»
de* fluidi, e de'folidi era rovente incomodato da qualche feb-
bre, la quale, come abbiamo accennato col dottiffimo Dc_*
Gorther , aumentava fempre più la difpofizione degli umori
alla infiammazione , accrefeendo il moto vitale , per cui fi
accumula fempre più nei fangue il lentore . Qiieft ' ultima.*
febbre trovando le fibre già pattate dallo flato della rigidità
alla coflituzione delia fi-agilità, le fciolfc totalmente, e nelle
parti più ufate e più logore dalle bevande fpiritofe, maggio*
re accefe V infiammazione , ed entro i vafi laterali di effe-»
fpinfe il glutinofb lentore infiammatorio, donde non ne po-
teva feorrcre , é ritornare , che il liquido più fottile , e più
fciolto. :
Convengono gii ottimi Scrittori d'Anatomia , e di Me*
dietim 9 che la trafmutazione di chilo in fangue & faccia
principalmente ne* polmoni. Il chilo pel dutto Torapico paf-
fa nella vena fubclavia , per la quale nella vena cava indi
nell'orecchietta delira, pofeia nel ventricolo deflro del cuo-
re, e quindi ne* polmoni, ove fi trasforma in fangue. I poi*
moni dunque fono i primi a ricever le cattive imprefuoni
di un chilo ripieno di fpirito di vino , c perciò ne" polmo-
ni fi è rifeontrata una totale, ed orribile infiammazione.
Dall' Arteria Aorta afecndente parta il fangue ( proce-
dente allora allora da* polmoni , penetrato nelle finiflre ca-
vità del cuore per la vena polmonare) nella fubclavia , dal-
la quale arteria fubito fi diramano le arterie iotercoflali ,
U diaframmatiche > t le mammarie, dalle quali è porta-
to
i
Del Dott. Castano Pasquali. 15
to il fangue a quella membrana , da cui è circondata inter-
namente tutta la cavità del torace, e dicefi pleura. Quin-
di fi fcorge , che Quella membrana e delle prime parti le
Jjuali ricevono il /angue fubito efcito dal cuore , ed in con-
eguenza è delle prime a riceverne le più forti impreffioni
fecondo la coftituzionc di detto fangue. Ne* è fenza ragio.
ne , che nel MediaOmo , il quale è una doppia membrana
dividente la cavità del torace , ed i polmoni in due parti
vi fofle maggiore infiammazione di quella fi otterrò nella'
pleura , poiché nel jncdiaftino oltre alle dette arterie co-
muni con la pleura, viene portato il fangue anche da altre
arterie dette mediaftine , le quali immediatamente fi par-
Cono dal tronco della grande Arteria .
Dal tronco dell'Aorta defecndentc fi diramano Pemu!,
genti ; per la qual cofa arreni giunge il fàngue non anco,
ra fpogliato , e indebolito di quelle qualità , le quali ba^
ricevuto dal carattere del chilo. Perciò oflervano gli Ana-
tornici, che le depofizioni fatte ne* reni fono di ogni al-
tra le più gravi , eiTendo proprio della maggior gravità de*
corpi feorrenti per entro i fluidi di fecndere , c depo-
fitarfi non molto lungi dal principio del corfo , trafeorren-
do fino all'cfiremo del viaggio le parti più leggiere Per
qucfto dunque fi viddero i reni accefi della gravidi ma ac-
cennata infiammazione.
Ma il ventricolo, e /l duodeno avevano ricevuto la ma-
ligna impresone immediatamente dallo fpirito di vino ; on.
de le fibre loro già irrigidite, poi refe fragili . reftarono
opprefle dalla infiammazione.
IV Infettino Colon , che è il fecondo de* craffi inrefttnì
*ra , fecondo me, infiammato nella parte finiftra sì per lai
proflimità fua nel finiftro lato col fondo del ventricolo
paflandogli perdi fotto, e 1' attaccatura , che ha col rene
finiftro , il quale come fi è notato di fopra , era fiera-
mente infiammato , come anche per la naturale tardità del
moto del fangue dal colon del finiftro lato nel pattare al
ramo mefentcnco finiftro ; eflendo la vena fplcnica e 1*
emorroidale diftefa in lungo, e fituata perpendicolare <»>.
:. ? . Per
t Prid. Hofm. L. a. S. > c.7, rf« W tun i
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«6 Lett&raMb t> i c a
Per la ftefla unione dell' inteftino colon credo infortii
l'infiammazione nell'omento, potendoci inoltre aver con-
tribuito la comunicazione di quelle arterie , le quali per
efler comuni al ventricolo , e all'omento,' fono dette ga-
ftroepiplojche . ; .
Era còn&guénza neoefliriffima, fecondo la coftituzione.
della nollra macchina , che polle tante sparti infiammate,
alcune ve ne. follerò , delle quali i vali fanguigni fi trova f*.
fero mirabilmente pieni di l'angue. Mentre alterata vìa cu>
colazione , c fappofti tanti oftacoli al libero moto quanti
ne abbiamo ritrovati , dovevano in altre parti riempierli
i vali. non.,dfendo libero il ritorno , e mancando quella
forza, che fi ricerca a far 1' infiammazione,, cioè quella. v
forza atta a fpingere ne' vali non fanguigni 'il Sangue. E
particolarmente in -quelle circollanze doveva reftarne oppref-
fa la milza, per le innumerabili , e fottiliffime ramifica*
zioni dalle quali ella è tefluta (1> .
Confeguenza pur neceflaria dell'accennato riltagno è la
maggior feparazione del fiero dal fangue , .e quindi li de-
ducono ,le ( ritrovate collezioni di linfa:
Lo lleflb Fegato., giudico, che dall'azione dello spiri-
to di. vino fopra i fluidi , feiogliendone , e facendone fva»
poxare Ja. parte jpiìi. fot t ile , folle »coftituito quale l'oflervam».
mo , cioè con tutta la fua follanza. infarcita in quei mini-
mi acini grand ulofi da un fugo vifeido , e congelato . £ 1*
clTerli veduto interamente dì color giallognolo, par mi , che
ottimamente fi fpieghi , fe fi confideri , che il langne , ba-
gnando per la debolezza delle fibre de' fuoi vali , perde il
Tuo color rolFo , come dottamente infegna Alberto Haller
nelle fue note all' illuftre Boerahavio , allorché quelli cfa-
mina la natura , le parti , ed i fenomeni del fangue .
Che poi la Bile contenuta nella ciiìifellea non folTc->
di color giallo , ma tendente al nero , fi deduce dallo ftef-
fo principio di debolezza nelle fibre . Poiché , ficcome fei
globe cn gialli fanno un globetto totio <a) , fei piccole sferu-
le fapno un globetto giallo , onde trentafei di quelle com-
pon-.
i FiU. Hofm. Ub. i. Se. f. cap. 7. I * A lb. Killer ia nota ad Boera*.
dz fang. cir. £. 14. 1
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Del Dott. Gaetano Pasquali.
17
pongono un globetto redo , perciò quanto più fiacche fono
le fibre , tanto maggiore è lo fcioglimento de* liquidi del
noftro corpo : c per quefto il liquido contenuto nella ciftl-
fellca debbe conGderarfi un comporto di feioke sferulettc ,
nelle quali battendo la luce a zie zac , dee reftar fra_i
quelle imprigionata : lo che coftituifee il color nero.
Eflcndo pertanto veriflimo quanto hanno oflervato in-
torno alla valida, e robufta azione de'folidi fopra i liquidi
del noftro corpo e '1 Boerhaavio , e '1 de Gorther , per la
quale azione u accrefee la copia della parte fanguigna ru-
biconda (,) , da quefto principio ne fegue , che quan-
to è indebolita la detta azione , tanto debbano fcioglierfi
i liquidi , e quindi ne fegue non dover recar maraviglia,
fe nel cafo noftro fi fono trovate diverfe fuppurazioni ,
mentre il corpo (teffo del fangue era già corrotto , e per
l'infiacchimento de'folidi piìl volte da noi indicato , e per
1* eccedi vo calore delle tante parti infiammate doveva tut-
ta la malia degli umori efTer priva della fua naturale eoe-
(ione , e ad una putredinofa foluzione difpolta (2 >.
Conviene addìo favellare alquanto intorno all'accenna-
ta qualità , e natura del fangue eftrattoli per mio ordine^»
dalla vena del braccio. VS. Illlustrissima al primo afpetta
giudicò fubito , che il noftro infermo foife ftato attaccato
da infulti , e tremori convulfivi , avendo Ella oiTervato fi.
m il forta di Sangue un* altra fol volta nella cura di uno
ftimatiflimo Cavaliere dopo un fofFerto infulto Epilettico,
dal quale fi rimerie , e vi/Te dopo per molti anni fino ad
una co ifiicraòile vecchiezza , mancato l' anno feorfo con
rammarico di tutta la Città per la fua cognita integerri-
ma , irreprenfibile morale . A me non era occorfo finora
fimi le ofTcrvazione in pratica : mi fovveniva folamente di
aver ietto nel circolo Anatomico di Giovanni Bohnio W
e/ferfi vifto tale in alcune febbri petecchiali , come io
l'efpofi nel Confulto. E' p<*rò vero, che bifogna avvertire,
che dal prefo nutrimento alla mimone del languc ( +> fiano
B cor-
t Boerh'av. in apb. de cogn. 8c car. J i Alb. Haller in noti* ad Bocrha.
inorili (f 07. V-mfwietcn in notis -\d i acon ani.
•rod. »fh. De Gorther Tr. 31. de liquo I 3 Pio». XII De moni chyli per vafa .
«•bui*. »t. I 4 Id/ibid. $. anicced.
i8
Lettera Medica
corfc tant'orc , quante ponno cflTcr fufficienti per fa trafmu-
tazione del chilo in fangue t altrimente il cafo è diverfo ,
e non è di quella importanza, della quale io favello. Nel
cafo noftro aveva io di già confiderato non potere efferc-»
per qucfto principio quella apparenza , sì perchè dalle i$.
ore del giorno avanti fino alle 16. in circa , in cui fu fat-
ta la mi [[ione , erano corfe più ore delle fei accennate dal
Bohnnio , come molto più dalla fcioltezza e sfibratura u-
niverfale di quella terza parte , la quale confermava tutta*
via il color fanguigno . Dico , che confervava tuttavia il
color fanguigno , poiché il fecondo bicchiere , in cui era
l' altra porzione del Sangue eftratto ferbato da me fenza
travafarlo pel confulto della fera , nello fpazio di duc_>
ore, cioè dalle ai. alle 14. moftrava evidentemente eflerfi
diminuita della metà la parte roda, cangiatali ancor' erta
in parte lattiginofa , o per meglio efori mere quello , cho
apparve a' miei fenfi , in parte fanìofa .
Per la debolezza delle vincere alterarti la coftituzione
del fangue, e quindi eftrarli tinto di cattivo colore, è (la-
to oflcrvato da altri (,) . Il libero moto de'noftri fluidi è
quello, che ne conferva la loro giuda miftura conveniente
al buono flato deli* economìa animale (2) . Laonde gl'in-
credibili incagli , gli ftagnamenti , e Je orride infiammazioni
ritrovare in q netto Cadavere, tolgono ogni maraviglia , che
rifvcgliar potrebbe la peffima coflituzione di quefto Sangue.
Dunque i moltiplici incagli , e gl'inoperabili impedi-
menti al moto de' fluidi ritrovati nel noftro cafo, furono,
per confeguenza necefTariflìma , la vera cagione della cor-
ruzione del Sangue, elidendo nella miftura componente i
noftri liquidi per mezzo della legge del moto , e della at-
trazione un principio di corruzione <J> . Ed effendo il noftro
infermo di temperamento fanguigno, tanto più velocemente,
fecondo le oflervazioni dell' Hofmanno , doveva putrefarfi
Iacopo Keil oflerva , che l'ufo delle bevande fpiritofe
coli* andar del tempo converte ( *> il fiero del fangue da un
flui-
1 Diemcrbr. I. %. Anat. cap. tt. Haller io noti* ad ff. *t©.
% Bocrhj. oceon. an. ff. 119. 4 Frid. Ho fin. 1. I. t I. cap. j.
3 Frid. Hofm. lib. I. f. I, cap. I. ffi . 17.
7. Boeri, a. in eccoti, an. ff. ut. Albertus 5 DcSccr. annali tentamea.
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Del Dottore Gaetano Pasquali 19
fluido acquofo, quale debbe effere, io un fluido fpiritofo ;
quindi fi eco me t Tali del fangue, e dell'orina non fi lique-
fando dentro uno fpirito vinofo, ha da crefeere la quantità
de' falt, i quali pattando in troppa copia per i vari Capii,
lari , e pungendone , e (limolandone le fibre , debbono rii ve-
gliare leggieri dolori , e fufiulti nelle parti carnofe , e ne_»
tendini. Quindi le fpeflc febbri , alle quali era (oggetto il
noltro infermo, quindi le varie Erefipclc fi deducono agc
volmentc . In oltre eflendo il fiero del Sangue ripieno di
quefti fali avvicioandofi a' globecti rubicondi a le gli at-
traggono, gli dividono, ed in quefta guifa fciolgono l'in*
ttma testura del Sangue.
Oltre di che , per quello rifguarda la sfi bratezza e lo fqua-
gliamcnto accennato nella relazione della malattìa , ram-
memoriamoci ciò , che fi è notato di fopra , che la fan-
guificazione dipende primieramente dalla forza della circo»
Iasione, per la quale i vali agifeono fopra i fluidi conte-
nuti , laonde negli uomini robuftiffimi il Sangue è rof-
fi (fimo (,) .
Adunque per i moltiplici ftagnamenti del Sangue , e
j*r la naturale fpoflatezza del cuore, i lacerti del quale,
come fi è vitto nella relazione della fezione , erano fiac-
Chitoni , il noftro infermo veniva coflituito in quel grado
di languidezza inetto a mantenere un fangue valido , e_,
concrefeibile .
E familiare dunque tutte le predette parti infiammare,
qual maraviglia , che in si breve fpazio precipitale il ma-
lato , coitituendo ciafeheduna delle ofltrvate infiammazio-
ni una malattìa per fe fola mortale? Qual maraviglia, che
(ubico mancato il poi Co , e fi palefaflcro alla mia fe.
co -ìda vifita i fegni certifilmi di una viciniflìma inevitabi-
le morte (,> ?
Chi prefagifee per principi di fetenza, è certo eiTerc»
irrevocabile il fuo funeflo prefagio : ma nel prefagio felice
è più a portata di reftar deluio M chi prefagifee, a cafo ,
« per ciurmerla , Poiché quefti ultimi fono quegli, i quali
B % con-
1 G«. Va» Swicten. in Coni, *i I » De Gtrtfccr. Tr. XX. JT. XV. t.
apfc. Eteiba. ipk 9T> |
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20 Lettera Medica
confcij a fe fteffi « della loro propria ignoranza, tutti i
loro malati di malattìe acute predicono dover morire ,- fi-
curi di efeirne Tempre a bene ; mentre fé il malato muo-
re , già l'hanno predetto, fe guarifee, è opera della loro
arte , la quale dalle mani delia morte gli ha faputi rito-
gliere. Ma quelli , i quali, fecondo gl'infegnamenti d'Ip-
crate, non in tutti i mali acuti predicono la morte, per-
chè conofeono i fegni di una probabile guarigione , fi fan-
no debitori col volgo di tutti i fortuiti avvenimenti per
colpa o degli Affittenti , o degli Infermi medefimi (a > , o
de' violenti impetuofi cambiamenti de' tempi, de'quali ha
intefo favellare Ippocrate W , allorché ha detto eflero
nelle malattie qualche cofi di divino . Di quetta formula
male interpretata fi fervono tutto giorno i volgari , quan-
do non accortili della gravezza d'alcuna malattìa , fono
incautamente corfi a giudicarla leggera , poiché fubito
adoperando l'ippocrifia, la quale è fiata fempre la vetta
della maliziofa ignoranza , fpacciano il quid divinum in mor-
bi s , conofeiuto anche da Ippocrate , benché gentile , inca-
ricando empiamente la Divina Provvidenza de* loro errori.
E' però vero, ebe il pronofticare fecondo le regole non
è fempre laudevole , e ritiene dall' intraprendere azzardofe
cure , le quali, fe deflero tempo, farebbono molto onore
a* Profeflòri . Io dovea portarmi , non è gran tempo , ben_»
cento , e più miglia di quà lontano a vifitare un ricco
uomo infermo d'una malattìa da me , per la relazione
avutane, giudicata incurabile, anzi proffima all'ultimo fi-
ne. Non l'intraprefi per freddezza d'animo, e dittefo il
mìo parere aggiunfi , che '1 pingue onorario farebbe*
mal impiegato, e fenza fratto : quando altri di me più cf-
perto, e più coraggiofo letta la relazione, e vitti i miei
fogli fariofamentc intraprefe il viaggio , e giunfe al luogo
la fera, che appunto la mattina era morto l'infermo: on-
de ne il malato ebbe la con Colazione di guarire per sì dot-
te mani , ne l'illuftre ProfcfTore quella di trattenerfi ad
efaminare que* luoghi, ed empierfi di buone fperanze per
confolare nel fuo ritorno i fuoi geniali Amici. Fi-
i Profp. /lp. I. ». c. t. d« prof. vit. 1 3 II. lib. proea. , & Kb, de morbo, &•
a Hipp. f. I. apb. I. ) ero fub finem .
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J
Dev Dottohb Gaetano Pasquali, ti
Finalmente prima di dedurre, da quanto ho efaminato
"finora , alcuni nepelTariflìmi , ed utUifimi oorollarj , farmi
convenga di fcveHaw brevKnjenee della coerenza del fogno
coir ardore della malattìa del Defunto ; giacché ho torc-
fo per la Città divulgarli, che l'impeci di qed*a orribile
precipitofimma> malattìa fia unicamente nàto dal terrore,
e fpavento rifvegliatofi per 1* accennato fogno . Quert o ' è - il
confueto errore de' volgari Medici comune a quelli , i qua*
li non fono di quefta Profefiione niente in cefi , di prendere
cioè la non caufa per caufa, p l'effetto crederlo caufa .
Il fogno dunque fu effetto delle accenfioni nelle diver-
fc parti accennate , non già la cau& di , effe . £ compii
jnolto alla falute, degli uomini il dnruaairc il ruoto i'
cagioni de" mali « pct quanto riguarda àìÉfnmmmi) Fc
una falfa opinione potrebbe indurre molti fempliei uo
a ricorrere a* Medici , ed a' medicamenti per qualche or-
rido fogno cagionato da tutt* altro , che da malattìa , o
da veruna di (poli zione morbofa , ed incapace , fe non li
accrefee l'orrore con fai fe fmagini nella vigilia, di rif ve-
gliare veruno incommodo nella fai li te , Che le elfi cre-
dendolo efficace a renderli gravemente inferrai , anfiofi ,*e
palpitanti , non trovando approvazione i loro fai fi fafpetti
apprettò onefti Profetfbri, cadefiero in mano di un qualche
vii ciurmatore, quefti o con acque angeliche, 0 con pilla-
le cattoliche , o giudicandoli aneurifmatici con impiaftri
di polvere d'oro rubberebbe loro nel tempo fteffo jem-
piamente e la fai Lite, e '1 danaro • *.tji
Adunque i fogni fono penfieri della mente no fi ra , quan-
do tutta la macchina è legata dal fonno 4 U forino è ben noto
anche al volgo efière alle volte profondo, alle volte leg-
. gero . £' noto a' Letterati aver, preteso Cartello., che 1* Ani-
ma nofira penfi fempre» anche quando; noi . dormiamo r an-
che quando noi fogniamo, nè poteva atTeti re altrimeo tèi,
avendo porto 1'Effcnz.a dell'Anima nel penfare . Locke fi op-
pone a Cartefio, parendoli giufto il non accordare , chc^
l'Anima fua penfi > quand.0 egli non .ha .la cofeieoza d #
aver penfàto . Senza efaminare quefia difputa , la qua-
le fpetta a* metafisici . chiamerò il fonno leggiero . fon-
no Cartefiario^ , c *ls fono» {Sfondo Iptfao Lockiano ;
Non credo , che alcuno /apporrà il hoftro infermò
attaccato dalla infiammazione di tante parti* «ver dormii
to profondamente , c alfa Lockiana , ma bens) un fonno
leggiero, e Carcefiano; mentre doveva continovamente c£
fere ftimóiato da nn'ofeuro dolore (,) , il qual dolore doi
veva éflefe ardente u > in vigor delle note infiammazioni i
.< p Su molata dunque cori ci nova mente da tanti interni
fuòchi l' Anima fua , per i'ottufità de'fenfi dal fonti ) lèi
gati non poteva giudicar c*n chiarezza della verità delle
lue fenfazionK Ne poteva primieramente Supporre dentro
fe queii' incendio , perchè' nel princ4pif*r« a Ouiecarfi nel ril
pofo non erano così forti gl'incommod* ? onde nn fónnac-
chiofo fowenimento a quelli la richiamai V Ma rinvigo^
rendo ti a momenti gl'interni ili moli , le giungevano nuovi
per la nuova forza da eflì acqui (tara : laonde l'idea del
fuoco in quella- confufa ottufità ri (veglio/Te le fu Ile cofe prof-
fi me a lei, ma fnori del corpo fuo, cioè nella fua cafa ,
« Famiglia. •-- « ■
»j Infecondo ìuogw net giudicate della oralità del fuoco
fi fervi 4a mente dèlTàiIbciazione delle Idèe inftrumento
più facile , e più vicino alla mente umana di tutti gli al-
tri , non folo nHl'alTopimento , quanto anche nella vigi-
lia . Effondo dunque (limolata a diverfe riprefe , a divertì
colpì, da diverfi ardenti ofeuri dolori, che la fcuotevanò,
aflòciò queiti coli' immagine de' fulmini .
Finalmente eiTendo oramai prolfimi a farfi continovi
quegli ftimolf , e fpelfcggiando validamente, e più frequen-
temente fcuotendola, crefeendo più unita la fenfazion deli*
ardore , feguitando la traccia prima, giudicò fuori di fe,
cioè nella "ca fa fua , e nella fua famiglia accefo quel fuo-
co,, il quale la fua immediata abitazione incendiava, cioè
ii fuo corpo". Per lo che, e (Te odo a quelle funefte imagini
per vincolo necefTario annefTo ii terrore, e lo fpavento, di
cui è.eftccto il tremore de* noflrì membri, fi deflò intera-
mente l'infermo anfante , e tremante.
! , i:r 1 Fra*
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Del Dorroiife Gaetano Pasclo aIi; t%
Frattanto , onde non refi! inutile quefta "relazione à_j
coloro , a' quali (limerà VS. Illustkissikà < conveniente dì
parteciparla, mentre, dandoti qualunque altro malato , e
tutte le divifate peflime circoftanLc, per quanto efatte cori
ben ragionate relazioni £ fieno vedute e (Indiate avariti di
fintili tragedie , è irreparabile non ottante 1» morte , per-
ciò ho penfato di dedurne alcuni corollari , per i quau fi
feorga quello, che debba adoperarli ficuramentc in malattìe
non incurabili , come lo era quefta, le quali per altro trat-
tate eoa metodo cattivo , volgare , e non ragionato perù
colere bbono certamente. „" «,
COROLLARIO I.
• » • • - * * ' » é
Errore di credete antidoto contro . la rabbia Puf* ' " j
delie Canterelle , o d* altri medicamenti acri ,
e irritanti ir. . >j
Iccome non ho trovato finora Cadavere con tan*.
te parti infiammate, con quante quello \ fuori
de* cadaveri degli idrofobi , perciò mi è foV ve-
nuto di notarne brevemente quello primo co»
rollano . •»:••■•
VS. Illustrissima fu prefente infieme col dotti (Timo
noflro comune Amico Sig. Antonio Cocchi, e col celeber-
rimo Sig. lano Planco all'apertura di una donna mortami
d'idrofobia nello Spedale il dì 18. Maggio 1 741. , nella.*
quale ri feon tramino aver l'illuftre Boerhaavio fcrittc và-
rie circoftanze , favellando di quello male , le quali noru
fulli fio no . Poiché non è il pericardio afeiutto (,) t il cuore
pieno di fangue fecco , le arterie piene, e le vene vote; quando
noi al contrario abbiamo coftantemente ritrovato il pericardio
«pieno del confueto umore , il ventricolo Anidro del Cuo-
re totalmente voto di fangue , e *1 deliro pieniffimo , lo
vene piene , e le arterie vote . E tutti i nominati illuftri
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14 . ! h r ACB4*31 3 M m I* V c :x i
Medici mi «oiifcrmardna , xhc neU*efa ne fatto da loro di
altri cadaveri jd? idrofobi , avevano rincontrato la» fteflfaJ
fallacia nclllaflètzioni del predétto, per altro , eccellente*
mente c(i ino Scrittore. Laonde concludemmo , che egli
non fi foli e .giammai imbattuto -ad oH'ervarnc da Te, rrt&j
che» fi fffh rafiportato alle fai fe otTervftzibnj d'altri . LtJ
Qc{l'e differenze accennate fopra nel cadavere della dortna
idrofoba , e contrarie alle afferzioni del Boerhaave rifeon-
trai io un fecondo cadavere , non è gran tempo , in detto»
Spedale; femore peraltro fi fono veduti quafi torti 4 vHfcerl
infiammati. Laonde fi può fintare coJ-dottUfimo Boerhaave W
eflere la rabbia canina un veleno, il quale attacca i nervi,
e , fecondo le varie circoftanze , in tempo maggiore , o mi-
nore fi manifcfta la tragedia. Allora per l'irritazione-»
delle fibre nervee fono da effe tutti i vafi fanguig nrllret-
ti, ed accrefeiutone l'impeto, ed introdotta negli umori
una difpofizione una infiammazione gangrenofa , per cui
s'infiammano torto i vifecri , e .fi manifefta 1' idrofobia,
contro la quale non vi è riparo nell'arte umana.
Parmi dunque che quello veleno operi apprefTo a poco
quello tfetfp, che ha operato nei noftro infermo I 1 abufo
del rofolio, cioè d'irrigidire le fibre , pofeia renderle fra-
gili,, e intanto far prendere agli umori del corpo umano
la difpofizione infiammatoria, indi la corruzione.
Per adattare adunque la cura ad un male tanto terribile ,
allor che il veleno va occultamente minando la diffrazio-
ne di una tal macchina , è neceffario di conofeere la nato*
ra , e i' indole di quel tal veleno CJ) . Or vedefi chiaramen-
te dalle accennate offèrvazioni contrarine ma la pratica di
qualunque irritante , poiché 1" azione fua dee conveller le
fibre , e in CDnfe°ucnza fpremerne 1* umido , che le teneva
coerenti >. e ncceffariamente irrigidire , ec. <i* .
V autorità del celebre Riccardo Mead iiluftre Medico
Inglefe nell* approvare 1* ufo delle cantarelle , mi permet-
terà VS. Illustrissima di non riceverla sì perchè nel fu©
t |d de cogn., & cur. morbis apb. 1 bus I. t. ...
ii 4 ». \ 3 Boerha. de c»ja. & cur. mwbi*
% De Gorthcr Tr. 73. de comgcnti- \ a;h. tU3*
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Da Dottore Gaetano Pasquali.
*5
difcorfo del cane rabbiofo porto nel Tuo libro intitolato
Meccanica fpofizione de* Veleni , ec. non fente quella fqui-
fita» precifione , ed efacta dottrina della coftituzione della_f
macchina umana , quale nfcontrafi nel Boerhaave , nel
de Gorther , nel Friend, ec. come anche perchè ammette-»
fenza ulteriore cfame {<) i decanrati fpecifici , fra* quali
fe pure un ve ne fofle de' ficuri e certi , non fi favellereb-
be punto degli altri . Quindi per la moltiplicità de* mede-
fimi fi feorge , che qualunque decantato antidoto w è fla-
to prefo finora a cafo , e l'enea efame , forfè perchè ha_»
giovato a qualcuno , il quale ha temuto di efiere fiato mor-
fo da un cane arrabbiato , ma in fatti tale non era , e per
cofiui è ottima ogni invenzione , ogni bullettino , ogni
chiodo..
. Non intendo d* affafeiarc con quefii V ultimo vantato
da'gloriofi Brittanni ( J' , poiché il Mercurio, di cui elfi
fi fervono , operando per la fua gravità , e penetrando per
ogni dove , (nidia qualunque fomHffimo veleno anche più
fattile di quel veleno Celtico veduto ultimamente col
Microfcopio con tanta fua invidiabile felicità da un bene
avventurilo noftro molto eccellente Chirurgo .
? Rkkard. Mead de cane rabid.
f-g. «J.
» SI puN vedere Mia copiofa rjeco-
ta di tali aru.c'oti predo Giovanni Lm-
dclllolp. Ub. de V cacai» cap.i 9 .Tk>«.
co.
J Lettre do Doérenr Robert Ia-
mea , ce. Nelle tnnCrainari Filofoficha
della Società R fì U di Londra dell' ar.-
00 t7 J«. *C
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*6 Lettèra Mtoiu v
COROLLARIO IL
t Della nece/fttà di levar [angue copiofamtntc ne* mali
inflammatcr) da vaf. grandi .
I c occorfo nell* efame di quefta infiammatoria-»
perniciofiffima malattìa favellar più volte del-
la difpofizione ad infiammare , che prendono
in certe circoftanze gli umori del corpo noftro .
Quefta difpofizione non è altro , che un maggior lentore,,
introdotto nel fanguc da varie caufc , per le quali la ma-
teria gelatinofa fi fa più coerente , e più folta (,) . L' ac-
crefciuta ofcillazione fpinge il liquido più groflb ne* vafi
più angufti (2) , donde non potendo ufcire , o gli rompe ,
o vi ftagna , o fermentando logora i folidi . Quefto Un-
tore dunque , ficcome abbiamo di fopra ofTervato , induce
la ficcità ne* noftri folidi , quindi ne nafce la rigidità , e la
fragilità de' medefimi , e quefto lentore vien prodotto , c_
accrefciuto,.come notammo , anche dalla febbre, e per que-
fto lentore delfangue fi fpiegano tutti i fintomi delle febbri
aflai maravigliofamente con le pure leggi meccaniche , fenza
ricercare nelle fognate ipotefi non intefi principi, e quefto len-
tore dottamente il primo di tutti divisò l'incomparabile Loren-
zo Bellini luminare maggiore degli illuftri Medici pofteriori .
Per torre quefta infiammatoria difpofizione, è nccefla-
rio fnervarc ben tofto il moto accrefc\uto de* folidi , poi-
ché , come abbiamo efaminato di fbpra , per la debolezza
di efli , i globetti ftelfi del fangue fi fciolgono , ed in con-
feguenza tutta la mafia degli umori fi fa più fluida, e per-
ciò atta maggiormente alle falubri feparazioni , ed evacua-
zioni , e ficcome ne' mali inflammatorj i momenti fono pre-
ziofi ,_è neceffaria una pronta evacuazione ( P per diminuir-
ne maggiormente il moto , e perciò quanto il vafo è più
. .. . , ; gran-
t De Gorther Tr. 41. de lentore , & cur. morbi: aph. 371.
fra phiogiAic* DiitheG. 3 De Gorther Tr. 41* f. XlII.Paul.
* U. ibid. Tr. 15. IH. 14 Ep. tued. Valcaiengm m mctL ni, f, 3, C ap. ».
de rootu vitali f. 53. Becrhaa. de cogli. [ 9, ......
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Di» Dottore Gaetano Pasquali*, tf
grande, meglio fi ottiene l'intento > ficcome operò VSi
Iu-osTRtasi^A. iaviffim^mente al fuo folito in una gravifli-
ma pcripneumofiia , nella quale la quarta miflìone di fan*
gue ordini far/i dalle vene iugulari con incredibile , e quafi
inftantaneo profitto del gentilitfi.no infermo., il quale ne
riportò con noftra comune piacere la fua fai ve zza .
Dovendoli' adunque diminuire le forze , e V impeto non
biCagoa rjfguania? folamcrite alla, quantità del /angue , che
fi detrae al malato, ma anche al luogo, donde fi detrae ;
poiché taluno fvcrrà a poche oncé per qualche vena mag-
giore , che regge intrepido ad una copioiiflima quantità pet
ìe coppette (ri .
Nè vorrei , che queflo difcotfo fotte trafpcrtato mali-
ziofamente a far credere , che io inrenda di doverfi a un*
tratto ed in una fol volta infiacchire il fuppotlo infermo
minacciato di male infiammatorio , poiché sò beniflimo >
che è neceflario regolarne u \ la quantità fecondo le forze,
e 1* elafticità fua , e che non già in una , ma in diverfe
volte conviene replicarne per maggior ficurezza , c cautela,
V operazione .
.La neceffità di ordinare la mi filone del fangue per i
vafi maggiori fi è veduta nell" aflerire io di fopra , che fe-
condo le leggi della gravità de* corpi mefcolati co* fluidi
le parti pia grofle fono quelle , che prima fi depofitano ,
arrivando alla fine del corfo folamente le più leggiere . Per*
x'ìò a volere fcuottre , e portar via il notato Untore è né.
*cefiario detrarre il fangue da' vafi maggiori, e pia vicini
al cuore ; onde diminuita maggiormente la refi (lenza > il
-nuovo fangue dal cuore fpinto trituri , e cacci quanto vi
è di più era fio , e di più lento , al qual propofito è otti*
ino quanto accenna il Pitcarnio al cap. 9. del lib. 1. degli
Elementi Medici , ed a quello propofito ancora ha riguar-
do il lodato Boerhaave , allorché al §. 1131. fra le condi-
zioni dell* ottima cavata di fangue preferi ve , che fi faccia
il taglio largo . Lochè è neceflario , come nota il Gugliel-
mi ni <i> a fine che abbafil l'elevazione del fluido, agitato t
ap- i
l Iac. KeiL de Sanguini* puntiate, ! J Gue!ieÌraiai dell* N*wr» de' fittici
* Id. ibid. ^ 1 cap. io.
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tt Lettera Menici
appunto come fegift nelle rotte de* fiumi k f dette quali,
mo effetto è h feemarfi repentina della piena nelle patti fupe-
rieri del fiume , più , o meno a mifura della martore , o min
nor felicità dello fcarico , che ha il fiume per ejfa t &c.
COROLLARIO IIL
Contro /' abufo de' Deeotti Sudoriferi .
Redo che VS. Illustrissima riderà della difinvoltu-
ra , eoa la quale fcanfo fenza mancar di parola-.
V impegno prefo di teflere una diflertazione ince-
ra mente fu quello propoli co , panandomela con tua
femplice corollario . Ma ficcome io non ho altro piacere,
che di leggere le grand* opere , delle quali abbonda felice*
mente 1' arte noftra , nè ho capitali da mettere al Pubbli-
co utili , e nuovi penfieri , nè vanità di farmi autore col
ricucire diverfi pezzi qua, e là Grappati , m' increfee di
più lungamente dar lontano dalle mie quotidiane letture :
perciò alla breve foddisfarò a quanto più diffufamente ave-
ya io prometto di fcriverc . Poiché per fare il calco-
lo intero de' cattivi efletti cagionati dall' abufo , di cui ora
io favello , farebbe nece/Tario 1* efame del clima di quello
Paefe , della qualità de' fuoi vini , della cattiva cfpafiz io-
ne al troppo frequente, e diffeccante Tramontano, onde,
rifulta la facilità a cadere per improvvifa morte . Lo che
richiederebbe impiegarvi troppo tempo, e troppo lungamen-
te mi terrebbe lontano dalle mie geniali applicazioni . In-
tanto J' efame da me fatto de' cattivi effetti prodotti datt*
abufo delle bevande fpiritofe , parmi che confermi , e av-
valori la Dieta Pitagorica tanto dottamente fchiarica,,
e provata dall'. erudita penna del noftro (ti mandano Signor
Antonio Cocchi , della qual disertazione favellando VS.
Illustrissima faviamente diffe , che dopo le opere mediche
dell' incomparabile Lorenzo Bellini , non fi era in Firenze
pubblicato Medico lavoro ( fia con pace degji adoratori
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Del Dott.* Gaétano PàIQ0AIK *»$
itegli flcrili confulti del Dottor del Papa ) che valeffc
quanto quella clegantiffima Dilatazione i !
Quanto dunque , come Egli nota , fono valevoli alla-,
fanità i frefehi , tanto meno lo fono i *ià fecchi vegeta-
bili . Pure fi ufa frequentemente , e quali in ogni malattia
( alla foggia de' due Ciarlatani Francefi Calae , e Vinache
notati dall' Aftruc cn ; il decotto de legni fudoriferi , tan-
toché mi afpetto di vederli praticare anche per le /linea-
ture , e per le contufioni : e tafli con tanto miftero , e con
tanti ri fervi , che, effondo imponibile l'offervarli tutti ri-
gorofamente , rimangono delufi i femplici infermi , attri-
buendo alla propria negligènza i gravi incommodi , ondo
fono opprefli , non già al mal conftgliato medicamento .
Dico dunque, che P abufo de* Decotti de' legni fudori-
feri induce lentamente quella difpofizione ali* infiammazio-
ne , della quale più volte ho favellato : mentre accrefee
il moto vitale , da cui abbiamo veduto introdurre il lcn-
tore negli umori , ed accrefeendo 1* evaporazione dell' u-
mido più fottile , da cui fono umettati i noflri folidi , ne
diminuifee la coefione (a) ; quindi ne feguc la debolezza , t
fragilità de* mede/imi W , onde divengono aridi, e fecchi < 4) .
Perciò ne ho veduti molti de* così curati cadere in Etifia,
ed in Emorragie irreparabili , rd in affezioni foporofe.
Ne* miei primi anni mi furono fatti oflervare da mio
Padre nello fptdzìe di Livorno moltiflìmi Soldati di quel
Prefidio tornati dal legno ( come volgarmente fi dice il
prendere i decotti de* legni fudoriferi in quefto fpedale det-
to degli Incurabili ) finire nella divifata maniera miferabil-
mente la vita loro , benché frefehi del medicamento appa-
tiffero più vegeti , e più robufti per una falfa guarigione.
Poiché da principio l'indotta Cecità mette forza, e vigore
accrefeendo l'azione de' folidi , e '1 moto animale , e vita-
le. In oltre feppi dà alcuni vecchi ProfefTori Pifani, i qua-
li avevano trattato familiarmente 1* amabiliffimo Francefco
Redi , che egli era inquieto di non poter venire a capo di
abolire il perniciofifllmo medicamento Fiorentino detto del
le-
i DeMorbiiVener.Ub t. Cap.6.6.8. I 3 Ib. Tr. j. 6 i.
* De Gortber. Tr. i. $. 14. | 4 Ib. Tr. 1 3. fr. I.
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4P & « t t * a à M i • i c a
legno , benché felicemente aveflc potuto abolire il pedini*
regolameato di non far bere gì* Infermi . Ed opportunamen*
te in querti giorni io rtimatiflìmo Bottanico.e Iftorico Na-
turale Sig. Giovanni Targioni , Medico infigne , e Biblio-
tecario della Magliabechiana mi comunicò una Ricetta del
detto Redi , nella quale è da eflb ordinato il Mercurio
dolce ; cioè
Purga ordinata dal Redi al Sig. Ricciardi Itterico,
e Li^eofo di tre anni .
Mercurio dolce gran. xij.
Conferva di Borraoa 31. mife. e f. b.
In Cod. XVI. Claff. XV. MSS. Bibliot. Pubi. Fior, pag li.
Quefta io le traferivo , perchè fi veda , che queir infigro
riformatore della cattiva medicina non apprendeva elfere
il clima della Tofcana contrario all' ufo del Mercurio , de-
cenne dovrebbe efTer mani fedo oramai per le felici (lime un-
zioni Mercuriali già praticate , e per la Città , e nello
Spedale di S. M. Nuova, e da VS. Illustrissima, e dal Sig.
Cocchi , da M. Thyrel, da M. Meni , da me, e nello Spe-
dale de' Soldati da M. Keifer celebre Chirurgo delle prò-
fenti Truppe.
Nè io con qual frutto , ne per qual motivo nel fé-
gaare i purganti , i quali dovevano panare a prendere il le-
gno V anno paflàto , notaflero a parte quelli , i quali ave-
vano da alcuno di noi prefo il Mercurio per bocca : fo be-
ne , che io volli alla mia lifta tutti coloro , i quali dal
legno , e prima che fini/Te il tempo confueto della loro di-
mora , e dopo finito , tornarono a S. M. Nuova gravemen»'
te infermi , a fine che foWefQ offervati da' Giovani prati-
canti , i quali viddero , che fra qucfti ve ne furono alcu-
ni , i" quali morirono apoplettici irrcmifn>ilmente ; alcuni
per febbri ardentiflSme ; ad altri fui in tempo col latte,
e medicamenti umettanti di dare aiuto e liberarli dalla-»
morte; ne fra quefti ve ne fu pure uno,. che mai avefle
prefo Mercurio . Perciò , te quegli Eccellenti (fi mi Profef-
fori , i quali dirigono co tefla infernale medicatura , voleffc-
ro
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Del Dott. Gaetaho Pittiti jff
ro a profitto del Pubblico mettere in chiaro gii effetti del
loro legno , potrebbono venirferc anche a S. M. Nuova a
Tifi tarli meco , che io avrei piacere , e contento di efami-
narli con loro , augurandoli , che ogni anno ne terrò cura ,
e ruolo particolare.
E* perniciofiflimo dunque quello abufo e per le ra-
gioni di fopra accennate , e per la quotidiana fperienza ai
mali del capo , e pure ogni Chirurgo , anche d'inferior
lega , non oflanje le leggi in contrario di non preferivere
medicamenti interni , ordina la Salfapariglia a libbre , anzi
ogni garzon di Speziale fa lo fteflb.
L'anno feorfo fui chiamato da un Cavaliere afflitto da
una feroce artritide , e lo trovai , che già d'ordine del fuo
folo Chirurgo prendeva ftretti Sciroppi di Salfapariglia.
Efaminando io allora tutti i fuoi incomodi , e le fue paf-
fate indifpofizioni , e fentendolo foggetto ad effetti verti-
ginofi da lungo tempo , ed a qualche leggiero infulto Epi-
lettico , e vedendolo fmunto , e fenza fugo , lo pregai a non
terminare il fuo medicamento , ed in quella vece ricorrere
agli umettanti , minacciandolo , fe continovava , che li fa-
rebbe fopraggiunto qualche grave accidente. Con mio difpia-
cere feguì fecondo il mio pronoflico non molti mefi appref-
fo : pure , tanto può 1* impoflura , per quella fola vifita
da me fattali , in cui altro non gli ordinai , che brodi
lunghi , e lattate , e defiftere dal prender la Salfapariglia ,
fi riempiè Firenze della nuova, che l'accidente Apopletico
era fopraggiunto per colpa mia, avendogli io dato il Mercu-
rio. Ma fpero, che aden*ò a difpetto del cattivo metodo, eoa
cui è flato trattato , contro del quale la fua frefea Gioven-
tù l'ha retto , e n" è guarito, renderà giuflizia al vero.
E fia pur permelTo alla feccia degli uomini di porre nel
falfo Martirologio Mercuriale per morte Perfone ancor vi-
ve , ancor fané , che non curo 1* avidità della loro igno-
ranza : e fpaccino falfamente , quanto vogliono , che in.*
tutti i mali fi adopera il Mercurio , quafi che la noftra-»
materia Medica fòflc al folo Mercurio riftretta , la dove
la loro chiaramente fi riduce alla fola Salfapariglia , men-
tre fi fanno i mali , oc' quali conviene il Mercurio , e fi
fanno
3* Lettera Medica
fanno gli altri .Medicamenti ad altri mali convenienti , e
propri .
Frattanto pregando VS. Illustrissima a pubblicare la
fua dottiùlma Diflertazione fopra il Mercurio a comune.»
vantaggio , ed a condonarmi quella lunga , e indigena di*
cerla, mi raflegno con tutto lo fpirito
Di VS. Illustrassimo
Di Cafa quello di Maggio Z744-
t - ...
T>evot. Obhlìg. Serv. vtv
Gaetano P asqjj ale»
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33
§i 'j f il r'-~\ :U
El tempo dell' imprefOone di quella mia lettera mi tro-
vo gentilmente favorito dal nominato Sic. Dottore*
{XUU«U.4 luia , v, * «>vu>^.v ui«uvivunw , • ** ***** - •#%*«.*»•.*» ,
clTere del famofo Dottore Giovanni Cinellì . Onde, acciò il
pubblico rcfti interamente foddisfatto su quello articolo, hò
giudicato conveniente di fare imprimere quanto il de t co
Sig. Targioni mi accenna . r. ::
Ecceìlcntijfmo Sig. Sig. , * Padrone Colindiffimo .
Ue anni fono nel fare il Catalogo dei Manof-
critti della Bibliot. Pub. Magliabechiana , mi
dette nell' occhio una Ricetta Mercuriale del
Gran Redi nel Codice XVI. della Claffe XV.
Siccome ella mi cagiono dell'ammirazione, perchè non mi
farei mai creduto, che il Redi averte ofato di dar Mercu-
rio per bocca ; così ne volli prendere un femplice ricordo
nella bozza del Catalogo , e ultimamente ne partecipai a-»
VS. Eccellentissima la notizia . Qiitfta mattina poi , tro-
vandomi per altro nella Biblioteca, mi è venuto in mente
di rifeontrare la ricetta; ed in verità l'ho. trovata molto
giudiziofa , e degna del fuo Autore ; perlochè 1' ho voluta
copiare tutta intera, e trafmettcrle^la i 1 ufi rigando mi , che
Le Ila per effer grata.
Il Codice, dai quale I* ho cavata, è un picco! Libret-
to cartaceo di grandezza di fedicefimo, in parte feri tto , in
parte lafciato in bianco . E* adefpoto / vaie a dire non vi
\\\ nome dello Scrittore, o Autore ; ma egli è aflbluta-
^eate, fcrittOjdj mano del famofo Dottor Giovanni Ci-
cclii, grande, mà sfortunato amico del Magliabcchi , e/di
f ! ' r C cui
34
cui abbiamo in quefta Biblioteca un infinità di ferirti , coi
quali ho confrontato la formazione del Carattere di ef-
lo Libretto . Egli è manifèftamente un lavoro giovanile
del Cinelli , fatto in forma di vade mecum per portarli in
tafea , ed aver pronte ai bifogni diverfe formole hìett^
camenti . Oltre alle Ricette, vi fono notate alcune definì»
zioni Peripatetiche , e altre fimilì bagattelle , traile qua-
li certe pratiche per dirizzar gli Orofcopi ; giacché il Ci-
nelli credeva in limili vanità, come comprendo da altri
fuoi feticci d' Aerologìa Giudiciaria.
Il titolo del Libro è: Praxir Medica. 'Nella feconda
carta poi vi è queft' altro : Exi bendi Diapbarmaca Formular
variac ex varìit Autboribut defumptac , ac a Profefforibus pi»
fan» Lycei novijiine approfitta*.
A pag. li. fi legge
Purga ordinata dal Redi al Sig. Ricciardi I&erico,
& Lieoofo di l. anni.
Prima. R. Mercurio dolce gr. xij.
Conferva di Borrana dr. j. mf e fa bolo , fopra
del quale beva on. liij. della fégueate decozione .
Ifc. Polip. Qaerc. on. /.
Sena dr. iij.
Crem. di Tartaro 1 - •
Epitimo )*•"• dn *
Cannèlla ) an ' dr * >'
Fiori cord. ) „„ mmm ' J 1 ■
Pattile di Corinto ) an ' P U S- ■>
mf. bolli fecondo PA:in Acqua di Pumollerno q.b. lafcU fiate
per tutta notte infufo , cola per Tufo detto. .
Per feconda Medicina.
R. Mercurio Dolce gr. xi'rij.
Elleboro nero prep. gr. Hi}.
Latrovaro Amech dr. ij. /. mf fa b. per aff Alba.
Terza Medicina , perchè ha facilismo il vomito , e ne
fente follievo»
R. Anti-
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HL. Antimonio Jacinr, polv. %. v. s* infonda in on. v.
di vino bianco generofo : la mattina all' Alba fi coli detto
vino ( credo deva dire fi eoli , e lo prenda la mattina aW aU
la ) e quando fentegli (limoli del vomito , beva on. viij. dì
brodo di carne con Zucchero .
Decozione da tor con i firoppi, che fieno Oflimel fempl.
e di due Radici , cioè fra la prima , c feconda Medicina .
Cime di Tamerigia , ^
Di Marrobbio,
Di Borrana , . ...... f
Di Fumaria,
r ' h " Di Capelvenere,
. Di Matrefelva, . .
E di Cetrach &c.
Decozioni per i Stroppi fra la feconda , e terza Me-
dicina , quali fieno oflimel fcillitico, e Sir.di Cicoria comp.
R. Foglie di fumaria,
Di Borrana, '
Di Cetrach , .
Di Madrefelva, .
. Di Scordio ,
r Di Abrotano, y
Radiche di Altea,
Di Borrana,
. , Di Cicoria,
Di Sparagi ,
Scorze di Radici di Tamarigi ,
Di Capperi,
D' Ellera , &c.
Per rendere il corpo fluido fi ferva di gr. vj. o viij.
di Mercurio con fcrop. j. di Pillole fine quihus .
.- Dopo :
Afclepiade , come infegna Celfo , Aquam falfam , &
quidem per biduum , purgationif caufa Ubere cogebat Regio
morbo affelìor. Ha forza di purgare gl'Hypocondri dall' o*
finizioni pertinaci , e rebelli .
Dopo fi venga all' Acciaio cosi .
R. Inf di viole mammole di 9. volte on. Xxvj.
C 1 Sena
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Sena di Lev. on. J.
Salfa pariglia pclv. dr. vj. ' 7 1
Acciajo prep. con Zolfo on. 9.
"■ 1 Had. di Sparagi ) - ..
DiTamarigi. ; an. dr. ij. , .. . M
Elleboro nero prep. dr. j. /. . ..
- Cremòr di Tare. ) . « ■ ' - « s
Cann. fine ) m dn * ' >
Gengiovo dr. /. mf , e metti jt tutto in Orina-
le di vetro ben ferrato con in fuo antcnitorio : tieni in di-
Ì^eftione per ore xij. a B. M. fa levare un bollore , cola , c
erba per N. iij. Syroppi di on. 5. per ciafeheduno , da pi-
gliarne uno ogni mattina, avanti del quale piglierà fcr. ij.
delle feguenti Pillole . . . -J, : ? . .
R. Acciajo preparato con Zrólfo on. r i. v 1 . ,
. • Ammoniaco diflbluto in Aceto fcillit. dr. ij. J
Galbano ) \ . - * - •
Oppopanace ) an * ? v : J * ; : |
Sp. Diarrhodon abb. fcr. j. mf. e con Trement.
q. b. fa maffa di Pinole! .{
Fin qui il Cinelli. VS. Eccellentissima ben vede, che
quefta medicatura è molro giudiziofa , e non indegna dell'
immortai Franccfco Redi Padre della buona medicina^.
Che poi ella veramente fia fiata jpreferitta da Francefco
Redi , e non da altri dello ftefTo cafato , io non ne dubito
abbenchè ella non fia originale , cioè fcritta di fua propria
mano . Certamente verfo la metà del fccolo XVII., quan-
do cioè fu fcritto quefto Libretto, non vi erano che io fap-
pia altri medici dello fteflb cafato : mentre un certe^ Gre-
gorio Redi ( non sò bene Ce Padre di Francefco 1 , e di cui
abbiamo in quefta Biblioteca un con fui to ) era pia antico,
e non tanto illuftrc da poterfi ravvifare per il folo cafa-
to , fenza il diftintivo del nome proprio mauìme iti utl*
tempo, che Francefco era il folo conofeiuto , e rinomato
in tutta l'Europa pia eulta . Oltre di ciò il Cinelli era
coetaneo, anzi amico , e famigliare di Francefco Redi , e
di Giovambatifta Ricciardi celebre Poeta amiciffimo del
Redi , e per cui verifimijmentc fervi la purga . Sembra a*
dun-
dunque fuor di dùbbio > che il Ci nell'i dovefle fa pere di fi-
euro, fc quefta ricetta era xlet Redi , b rt6 ; l ,< poiché in_>
quello fuo libretto- memoriale l'ha notata del Redi , convien
credere, che veramente ella lo fia'; molto più , perchè il
Cinelli, in feri Vendola , non poteva aver mira alcuna d'in-
gannare, o i Tuoi coetanei , .o i poftefi\cOn quel Libruc-
cio fatto per ufo fuo proprio,^ per fuflldìo qa memoria ;
non già per ftaraparfi, o peT.divolgarfi'rnaoofòtftto. Final-
mente non ci è , che io fannia documento alcuno in con-
trario per provare, che il 'Redi àbòrriffe^'ò credette vele-
nolo l'ufo interno del Mercurio, e che non lo abbia giaro-
mai preicritto. • n
Nello fteflb Lifcruccio del CioefU'. fonò 'altre Ricette
Mercuriali fenza il nome di chi l'ha/icieatc', o ufate ; ma
per altro fanno conofecre, che fino di quel tempo nel no-
li ro paefe il Mercurio non era aborrito , ed efecrato dai
Medici i anzi vi era chi Pufava fenza fcrupolo, e fenza_j
pericolo di diffamazione -, perchè altrimenti il Cinelli non
farebbe fta^to. così matto di inferire 'in quefto fuo pron-
hiario Hèettè da noh fe 'ne |»Ver* giammai^ fervirè in me-
dicandjb '\ o dà fenderlo infame 'per. tuttala fùa yita i &
qualchè volerle aveffe óbfte' iti *6dra : : cccone H còbia'.'
•>•» A far. Unzióne del Mercurio* 7 -I oc- r,
Mercurio xm&f} «noi ,:rf|u-p s.- m-, -mo : .
g- % l ì
Verderame, oti.it
Precipitato* ><?^f™ ^ tu ' ?m izh
Sàngue di Dràgo, 7 an. on. j.
*' "Cinabro " M ? J 1 : -
Unguento bianco on. ij. * f ■ ^
So. di vetriolo on. L n >-r tt
storace liquida on. j. /.
. Sugna- di ?prcor maftto lijx ìj., ovvero olio di
^ Gigli bianchi , ovvero tìrafTo umano .
■••» . Trementina q. f. m.j c fa unguento S. VA.
A cor. 17. Cerotto L di Rane con Mercurio.
J£- Olio di Camomilla )
d* Aneto , } ao. on. jj.
Di
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.1
iK t
Graffo di porco ) _ B .
5 ; 1 Midollo diVitelIa ) an - otL *
Euforbio dr. r.
Inccnfo dr. x. • ì>; ., 3 f.Vi o*/. c V
• i;i t Grafs , Un,an ° 0n - «• * < i . f vi
Lombrichi on. nj. /.
Squinanti )
atecados ) an. m. ij.
• «. Matricaria ) - •. .
Greco hb.
Trementina hb. j.
Storace liquida on. J
Argento vivo on. iiij.
Cera bianca q. b. mf. tutte ìt fopraddette
cofe, e fa cerotto I* A. f y
In altri MSS. della Biblioteca Pub. mi fono datò
alle mani molte ricette mercuriali si per ufo interno , che
per unzione, fcritte nei due fecoli pattati ; ma poiché elle
Fono , o Cerna, nome d' Autore , o fono di foreflieri , e£»
particolarmente oltramontani, mi attengo dal notarle, fi e-
come ancora quelle , che fono inferite in manofcrkti di Al-
chimifti, ben vedendo, che 1* autorità di tali Scrittori non
può dar momento alle proporzioni di VS. Eccellentissima.
La prego adunque a gradire queflo piccolo attellato
di mia icrvitù , e credermi qual con tutto ©ffcquio mi
confermo r .. t f , j f tu
'u < Da n a B'tbl. Pub. MagL J. Giugno 1744-
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' "Mi Devoti/. Obbligati fi Servitore % td Ami*
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